Benvenuto nella scheda autore di
Marco
moscatelli
Nasce il 5 agosto del 1982 a Vimercate, un discreto paese nella Brianza. Crescendo si accorge che il giorno della sua data di nascita ha qualcosa di interessante e nascosto così decide di studiarlo. Poi inizia a studiare i numeri, la matematica e come questa possa essere applicata alla vita cascando spesso e volentieri nell’ingenuità di un ragazzo che sta provando a capire se c’è un modo di far funzionare il mondo attraverso i numeri. La passione per la matematica è molto forte tanto da farlo iscrivere al corso di laurea in Matematica e conseguirne il titolo nel 2006. Nel frattempo nascono tante altre passioni come quella di trasmettere la passione per la materia, teorizzare nuove possibilità di integrare numeri e realtà, la sempre presente pallacanestro dall’età di 5 anni (strano, inizia a giocare proprio a 5 anni) e la scrittura in stream of consciousness.
Dopo la laurea inizia a lavorare nel campo della cyber security come data analyst ma la voglia di conoscere lo spinge a fare un master in business intelligence e big data analysis nel 2017 e uno sul machine learning e deep learning nel 2020. Nel 2022 segue anche un corso intensivo sulla Blockchain. Con questi master si aprono nuove possibilità di applicare la matematica alla vita reale e di sviluppare dei modelli per provare a prevedere determinate situazioni a partire dai dati; così scrive un’applicazione per la pallacanestro e ne sta costruendo una per la sua amata matematica che sarà in grado di aiutare gli studenti universitari nello studio.
Ad oggi lavora sempre come data analyst ma non più nel campo della cyber security e tuttora studia e approfondisce tematiche di machine learning e deep learning senza mai tralasciare però la passione di diffondere la matematica.
La scala verso l’infinito - Narrativa
“Tutti hanno sempre sentito parlare dell’infinito.
Senza mai capire effettivamente cosa sia.
Me compreso!”
Questo non è un manuale di matematica.
Ma è il modo migliore per approcciarsi a questa materia che, diciamo la verità, ha fatto dannare tanti studenti e continuerà a farlo nei secoli a venire.
Marco Moscatelli non insegna la matematica:
“trasmettere credo sia più corretto, e trasmettere la matematica è una cosa che mi piace fare. Le mie professoresse delle medie e del liceo, che ricordo con affetto, purtroppo si sono limitate ad insegnarmela; invece, avrebbero dovuto adottare la celebre frase di Socrate che recita “io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farti pensare”; mi sarebbe stato molto utile, ma poco importa perché in matematica, se vuoi comprendere a fondo le cose, devi per forza pensare, ragionare e dedurre”.
Questo libro-non-manuale sulla matematica vi accompagnerà alla scoperta di alcuni segreti, tra ricordi, formule ed esempi che siamo certi vi rimarranno in testa.
quattro chiacchiere
con marco Moscatelli
Ciao Marco, piacere di averti con noi in Reading All. Una prima ma inevitabile domanda. Scrivere “La scala verso l’infinito”. Perché e da dove è arrivata la spinta?
Ciao, piacere mio.
La scala verso l’infinito è un modo del tutto mio di descrivere la matematica: tutto in matematica è propedeutico, non puoi risolvere una disequazione senza sapere cosa sia una equazione e non puoi risolvere una equazione senza saper risolvere un’espressione algebrica ecc. I gradini in basso della scala rappresentano le fondamenta della matematica, gli assiomi, le cose certe e grazie a quelle si possono risolvere cose più complicate salendo sempre più la scala fino ad arrivare a cose difficilissime che nessuno ha ancora risolto e si perdono in una nebbia oltre la quale c’è l’infinito perché chissà quante e quali altre cose ci riserva questa disciplina.
Raccontaci come e quando hai capito che la matematica sarebbe stata la lente di lettura della tua vita
Ho sempre cercato, fin da piccolo, di dare una spiegazione al perché delle cose, ad esempio “perché piove?”, “perché la terra ruota intorno al sole?” e altre mille domande su questo stile. Crescendo ho capito che i miei “perché” dipendevano dal “come”, cioè se avessi scoperto come si fossero sviluppate le cose allora avrei capito anche i perché e di fatto le mie domande sono diventate “come la terra gira intorno al sole?”, “Come piove?”. La matematica, insieme alla fisica spiegata dalla matematica, rispondeva alle mie domande e ho presto capito che tale disciplina avrebbe dovuto in qualche modo governare le cose, così cominciai a studiarla.
Entri in un bar. Ti siedi al bancone. Vicino a te c’è un uomo che sta scrivendo assorto su un foglio di carta. Dai una sbirciata e leggi. Cosa c’è scritto su quel foglio?
“Ho appena risolto l’ipotesi di Riemann, ma so che tu (cioè io, Marco) l’hai risolta ieri.”
Eh magari! L’ipotesi, o congettura, di Riemann è uno dei più importanti problemi della matematica non risolti che, se risolta, avrebbe un enorme impatto e conseguenze su altri numerosi problemi non risolti. Dimostrarlo sarebbe davvero fantastico!
Qual è il posto o il momento più strano della vita dove hai detto “qui c’è puzza di matematica”!
Allora, premesso che per me “c’è sempre puzza di matematica” credo che il picco massimo sia stato l’aver immaginato di poter ridurre a dei numeri i rapporti tra le persone. So che scritto così possa non voler dire nulla, ma nel capitolo “Strani rapporti” è spiegata questa mia modalità di interpretare rapporti tra persone; spoiler: rapporti=divisioni=frazioni=numeri. Quindi, ti ho invogliato a comprare il libro?
Quali sono gli scienziati o i matematici che più ti hanno ispirato o ai quali ti ispiri quando pensi al tuo amore per la disciplina?
Questa è una domanda difficile, perché tendenzialmente mi è sempre interessato cosa e non chi, poi crescendo mi è interessato anche chi. Sicuramente Fibonacci (Leonardo Pisano) è stato uno di quelli, Fermat senza dubbio è stato importante, anzi vi consiglio un libro “L’ultimo teorema di Fermat” molto interessante. Se dovessi sparare un nome su tutti direi John Nash, ma di questo ne parlerò nel secondo mio libro che è già in lavorazione.
Nella tua bio hai fatto un riferimento speciale al numero 5. È particolare perché...?
Ah sì sì, ce l’ho anche tatuato, anzi ho tatuato un simbolo che racchiude 5 modi di scrivere 5. Io sono nato il 5 agosto, mio fratello ha 5 anni in meno di me, 5 è il numero delle lettere del mio nome e il mio cognome è due volte 5. Sono abbastanza convinto che se fossi nato un giorno diverso dal 5 io non sarei un matematico e non avrei scritto questo libro.
L’emozione o la parola che vorresti generare in chi legge il tuo libro?
Ah! Sono serio, “ah!” è l’espressione che identifica il mio grado massimo di stupore.
Se avessi Copernico a disposizione per una chiacchierata qual è la prima domanda che faresti?
Niccolò… Quanto tempo eh, senti devo dirti una cosa, so che non è la tua epoca ma, ecco non so come dirtelo… Sai che noi abbiamo i terrapiattisti, gente che crede che la terra sia piatta? Scusa.
Nella matematica quanta filosofia c’è? O quanta filosofia c’è nel tuo libro?
Ahia, questa è una questione complicata perché seppur si dica che le due discipline siano molto vicine io non le voglio vedere vicine, anzi, le voglio tenere ben lontane e distinte! Che figata ho risposto, con una sola risposta, ad entrambe le domande.
Consigliaci 3 libri da leggere assolutamente prima di morire.
L’ultimo teorema di Fermat. La scala verso l’infinito. Quello che scriverò prossimamente.
Ci teniamo a ringraziarti per aver dato fiducia al progetto Reading All. Non ti chiediamo di esprimere un parere sul nostro servizio ma vogliamo parlare del Self Publishing. Quanto ne sapevi di questo nuovo modo di fare editoria?
Ringrazio io voi! Non sapevo nulla di questo mondo, ma ho incontrato tanta professionalità e soprattutto è stato un modo di crescere imparando cose nuove.
Dopo questa prima esperienza, come descriveresti adesso le possibilità del Self Publishing?
Penso che la mia seconda esperienza sarà di nuovo in Self Publishing e con Reading All.
Se ti dico Reading All, cosa ti viene in mente? A parole tue.
Mi viene in mente disponibilità, competenza e divertimento (mi sono divertito a collaborare con i professionisti di Reading All).
Grazie della tua disponibilità e ora una domanda alla Marzullo che non può mancare. Se tu fossi un numero… quale saresti e perché?
Grazie a voi! Sarei ovviamente un 5, in quanto, e non solo, è il primo numero primo ad essere somma di altri due numeri primi (3 e 2).