2004 Panini Comics - Leo Ortolani
Il Signore dei Ratti è una storia a fumetti realizzata da Leo Ortolani. L'opera è una parodia del romanzo di J. R. R. Tolkien Il Signore degli Anelli e della relativa trilogia cinematografica diretta da Peter Jackson, reinterpretati con riferimento alla serie di storie di Rat-Man.
Non è una delle solite parodie. Leo Ortolani in questo è un maestro. Divertente, irriverente ma mai offensivo. Certo, siamo abituati ad un autore molto più cinico e tagliente mentre in questo volume è più moderato rispetto al solito ma rimane comunque una grande opera.
Divertente dall'inizio alla fine. Lo stile dell'autore è sicuramente molto semplice e minimale e punta molto sull'espressività e la comunicazione delle emozioni. Una caratteristiche che sicuramente avvicina alle sue opere un'ampia gamma di fruitori ma non è sicuramente la caratteristica più importante.
Se dobbiamo proprio scegliere una caratteristiche di punta di Ortolani sono le sue pause comiche.
Le vignette che si ripetono tutte uguali, in attesa della battuta finale spesso cinica e tagliente sono un po' il suo marchio di fabbrica.
Tecnica semplice ma davvero molto efficace che scatena subito la risata e, anzi, ti mette nel mood giusto fin da subito.
Il signore dei ratti non fa eccezione. Ambientato nel mondo e con i personaggi del Signore degli anelli, narra le avventure di Bolo (alias Frodo) e di Sedobrengocce (Gandalf) che hanno lo scopo di distruggere l'Ultimo Anello.
I personaggi della Compagnia sono tutti interpretati dal classico team di Rat-Man e sono ben contestualizzati seppur molto ironici. Gimli e Legolass sono l'esempio lampante: uno reinterpretato da un nano da giardino che nonostante tutto si snoda in discorsi articolati e complessi (almeno così dicono i personaggi dell'opera) e l'altro da Annabello, elfo dalla dubbia sessualità (come tutti gli elfi in questa storia).
Scordatevi della serietà dei personaggi. Immergetevi in questa parodia con lo spirito di chi vuole ridere e scherzare anche con una delle sue opere preferite ma state tranquilli: Ortolani riesce a chiudere il tutto senza offendere o denigrare l'opera originale, dandole anche un finale malinconico che strizza l'occhio alla contemporaneità.
Come al solito, buona lettura!
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