di Giorgio Scerbanenco - GIALLO/NARRATIVA - Edito Garzanti.
I Milanesi uccidono solo il sabato. Non una provocazione. Quasi sicuramente un affermazione, quella fatta dal maestro del noir/poliziesco italiano.
Giorgio Scerbanenco è uno degli scrittori italiani che maggiormente ha vestito di giallo il nostro paese. La lista dei romanzi da lui scritti è lunga, e raccoglie al suo interno titoli che rappresentano capi saldi della letteratura poliziesca. Basti pensare a "Milano Calibro 9", "La sabbia non ricorda", "Nessuno è colpevole" per citarne solamente alcuni tra i più conosciuti che sono stati protagonisti di fortunati e indimenticabili adattamenti cinematografici del nostro cinema.
Tra i diversi progetti letterari del prolifero autore italo-ucraino, spicca per identità e carattere proprio la quadrilogia di Duca Lamberti, personaggio che oggi vi presentiamo come protagonista di un romanzo fantastico per quanto caratteristico del genere.
"I Milanesi ammazzano al sabato" è un capolavoro della scrittura di Scerbanenco. Amalgama di personaggi e caratteri di un Italia lavoratrice e modesta. Fatta di caffè corretti nelle mattine nebbiose del naviglio e di segreti inconfessabili nei retro dei bar popolari. I protagonisti sono appunto il duro e sensibile ispettore Duca Lamberti e un padre dal forte accento milanese al quale sparisce la tanto amata figlia.
Non è un caso di sparizione comune. Dalla vittima ai fatti, tutto pare incomprensibile e scuro. Sicuramente celato in un segreto zittito in un epilogo probabile ma inammissibile per la sua crudeltà. E' la Milano dei dialetti e della fine degli anni '70, quella che si spende nelle pagine del lettore. Fiat 127 parcheggiate davanti alle vetrine dei ferramenta. L'Italia operaia e cittadina di una cultura semplice e sana nella sua aspettativa del quotidiano.
Con Scerbanenco, il lettore viaggia nel tempo. Tra la nebbia di una metropoli lontana dai fasti degli anni '80 e ancora lontana dall'essere la capitale della moda e dell'economia da bruciare in eventi dall'identità europea. Un romanzo realista e crudele. A tratti impietoso nel raccontare la città dei briganti e delle puttane. Di quella gente sempre alla ricerca di un modo facile per sbarcare un lunario sempre incerto.
Manifesto di una scrittura sofisticata e intelligente, il romanzo è uno spaccato poliziesco e sociale con tratti di letteratura classica come solo un autore nato nel 1911 può garantire. La narrativa degli anni '60 e '70 è stata rivoluzionata dall'utilizzo di un italiano perfetto a servizio del giallo e ha rappresentato l'anticipo dei tempi sulla nascita del noir e l'attuale thriller. Archetipo e forse Alpha e Omega dei thriller moderni, chi ama il genere italiano della narrativa noir non può prescindere dal conoscere Giorgio Scerbanenco. Trovando in lui l'anticipazione di quella patina da best-seller che però non ha alcuna intenzione di essere.
Perfetto per chi cerca la vendetta tra le pagine e si emoziona facilmente. Una serie di capoversi di alta qualità per un romanzo che tocca le corde più intime della morale personale. Polemico, ingiusto e contradditorio, il romando non è un manifesto eretto a lustro della legge ma una interpretazione vinta nelle intenzioni, sul senso personale di giustizia.
I "Milanesi ammazzano al sabato" è la prova che in ognuno di noi si nasconde la possibilità di una mano omicida. Perché questo accada il sabato…è una splendida conclusione sulla nostra storia sociale che l'autore concluderà con incredibile innocenza, nella sua chiusa finale.
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